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Castanea sativa    Miller    -    Famiglia delle Fagaceae

Il castagno è un albero spogliante, molto longevo, che può raggiungere i 30 metri di altezza, con chioma generalmente espansa (specialmente in esemplari isolati) e fusto inizialmente liscio e grigio-olivastro chiaro, con lenticelle che si allungano fino ad 1 cm. Con l'età il tronco tende a scurirsi, fessurarsi verticalmente ed attorcigliarsi, raggiungendo dimensioni notevoli, con diametro che può arrivare fino a 6 m. Ha rami giovani lisci, rossastri, con lenticelle chiare rilevate.

Le foglie di questo bellissimo albero sono picciolate, alterne e disposte a spirale, lanceolate o oblungo-lanceolate, ad apice aguzzo, base cuneato-arrotondata e margine seghettato con denti spesso aristati; sono lucide, di colore verde brillante e con nervature rilevate nella pagina superiore, verde chiaro in quella inferiore.
 
Si tratta di una pianta monoica, con fiori ad impollinazione prevalentemente anemofila.
Tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate produce amenti maschili e misti.
Le  lunghe (fino a 15-20 cm) ed erette infiorescenze maschili (che emanano un intenso, caratteristico odore) si sviluppano alla base del ramo nuovo dell'anno e sono costituite da glomeruli ascellari (generalmente con 7 fiori) o da cime (generalmente con 40 fiori). I fiori maschili hanno stami piuttosto lunghi e sottili.
Le infiorescenze miste, composte da una ventina di cime ascellari, sono più corte e si sviluppano in prossimità dell'apice dei rami; alla base dell'infiorescenza si trovano 1-4 cime femminili costituite ciascuna da 2-3 fiori racchiusi in una cupola squamosa, le successive sono formate da fiori maschili (da 3 a 7 per cima), ma quelle apicali ne hanno solo due. I fiori femminili sono formati da un perianzio tomentoso; ad impollinazione avvenuta, la cupola dà origine al riccio.

Il riccio è un frutto (cupola) globoso e assai spinoso, dapprima verde e sigillato; a maturità tende al brunastro e ad aprirsi per consentire la fuoriuscita di 3 acheni (a volte solo 2 o in numero superiore, fino a 7), detti castagne. La polpa delle castagne (cotiledone) è rivestita da una scorza (pericarpo) coriacea, bruno-scura, lucida, più o meno striata (soprattutto nei "marroni") e da una pellicola pruinosa intermedia (episperma); alla base è presente una cicatrice chiara (ilo), all'apice il resto degli stili ("torcia" o "stoppino").

Il castagno cresce in tutte le regioni italiane dalle quote collinari fino a 1300 m s.l.m. Predilige suoli acidi o sub-acidi.
Nel territorio italiano è stato introdotto a partire dall'epoca romana.

È una pianta commestibile ed officinale; il legno dei grandi castagni viene utilizzato per realizzare mobili, travature, doghe per botti, ecc, quello proveniente da boschi trattati a ceduo è di scarsa qualità. Le piante da frutto di qualità superiore vengono selezionate e propagate per innesto (cultivar). Il "marrone" ha una pezzatura da media a grossa, un pericarpo marrone chiaro con striature più scure e l'episperma sottile e non inserito nel seme.
Le castagne contengono carboidrati, proteine e grassi. Da diversi secoli hanno rappresentato un elemento fondamentale nell’alimentazione delle popolazioni del nostro Appennino. Si mangiano bollite, arrostite, oppure fatte seccare e scorticate, per essere meglio conservate. Entrano nella preparazione di numerosi dolci: famosi sono il montblanc e il castagnaccio. La farina di castagne viene utilizzata in cucina sia per piatti dolci che salati.
Dai fiori del castagno le api producono un miele di colore scuro e leggermente amarognolo.

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