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Tussilago farfara    L.    -    Famiglia delle Asteraceae

La "tossilaggine" (Tussilago farfara) è una pianta erbacea perenne d'aspetto cespitoso, con gemme portate in posizione sotterranea (pianta geofita rizomatosa) e fusti aerei non ramificati, alti fino a 30 cm, bianchi, coperti, insieme alle foglioline che lo ricoprono, di un tomento quasi ragnateloso. Il rizoma, bianco, molto profondo, strisciante e carnoso, lungo fino a 2 m, è molto fragile.

Ha grandi foglie basali (foglie radicali) raccolte in dense rosette, spuntanti dopo la fioritura, lungamente picciolate (picciolo lungo circa 5,5 cm), a disposizione spiralata, bianco cotonose nella pagina inferiore, di forma tondeggiante o ovale, un po' esagonali, larghe circa 6 cm, a margine irregolarmente dentato e base cordata con insenatura profonda fino ad 1 cm. Durante l'estate queste foglie crescono ulteriormente, raddoppiando o triplicando le dimensioni iniziali.
Le piccole foglie cauline (lunghe fino a 20 mm e larghe fino ad 8 mm), lanceolate squamose, appressate ed abbraccianti il fusto fiorale, sono rossastre.

Tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera sviluppa infiorescenze sotto forma di numerosi capolini gialli, sorretti da lunghi peduncoli. I capolini, inclinati verso terra prima della fioritura, poi eretti, infine ripiegati alla fruttificazione, sono formati da:
un involucro quasi cilindrico (del diametro di circa 12 mm) composto da circa 20 squame lineari (lunghe circa 15 mm e larghe circa 1,5 mm) disposte generalmente in un unica serie, che proteggono il ricettacolo;
un ricettacolo nudo, composto da circa 250 fiori femminili, in parte ligulati (i più esterni) e che si chiudono di notte, e da circa 40 fiori ermafroditi ma con organo femminile (stilo) sterile, in parte tubulosi (i più interni) con corolle tubulari a 4-5 denti;
un calice ridotto ad una coroncina di squame;
5 stami a filamenti liberi e con antere saldate in un manicotto circondante lo stilo;
uno stilo con stigma filiforme, pubescente e profondamente bifido;
ovario infero.

I frutti di questa pianta (cipsele) sono acheni cilindrici (lunghi circa 4 mm) a 5 coste, con pappo biancastro, setoso.

Presente in tutto il territorio italiano, fino a 2400 m s.l.m., vive in terreni umidi, sottoboschi con suoli argillosi, campi coltivati, dune di sabbia.

È una pianta officinale, utilizzata anche per curare la tosse e per questo motivo le è stato assegnato il nome generico Tussilago e il nome volgare "tossilaggine".
È commestibile (le giovani parti della pianta possono essere utilizzate nelle insalate o cotte come contorno), ma con precauzione: da utilizzare raramente ed in piccole quantità perché contiene alcaloidi pirrolizidinici dannosi per il fegato.

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