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Cortinarius balteatocumatilis    Rob. Henry ex P.D. Orton

Si tratta di un Cortinarius (Sottogenere Phlegmacium) abbastanza robusto, appartenente alla Sottosezione Balteati che comprende specie caratterizzate da colorazioni vivaci rossastro-violacee del cappello.  L'epiteto specifico evidenzia la somiglianza di questo fungo con C. balteatus Fries, e con C. cumatilis Fries. Appartiene infatti al "gruppo del Cortinarius balteatus" per il bordo marginale del cappello di colore violetto, le lamelle biancastre talvolta sfumate di lilacino, il gambo bulboso e la carne spessa e dura dall'odore terroso. Il cappello violetto, le lamelle chiare ed il gambo decorato da residui di velo violaceo ricordano il Cortinarius cumatilis.

Ha un cappello emisferico-convesso, poi aperto e disteso, con diametro che può raggiungere i 12 centimetri, carnoso, con il margine a lungo involuto e dotato di una cuticola quasi interamente separabile, sottile e tenace, vischiosa con tempo umido, brillante con tempo asciutto, di colore inizialmente porpora lilla, poi bruno giallastro, verso il margine viola chiaro, ornata da fasce radiali di minute fibrille innate, appressate, bruno rossicce. La reazione della cuticola all'idrossido di potassio è sub-nulla (brunastra).
È provvisto di un robusto e duro gambo, alto fino a 10 cm, con pruina biancastra all'apice, regolare o più o meno clavato, bulboso, bianco o biancastro con sfumature lilla, imbrunente a partire dalla base (soprattutto alla manipolazione) e decorato da residui del velo lilla.
Le lamelle, smarginate, fitte, biancastre, hanno il filo leggermente seghettato e generalmente di colore più chiaro.
La carne del C. balteatocumatilis è soda e compatta, bianca o biancastra, sfumata di lilla all'apice del gambo, dolciastra ed emanante un leggero odore un po' sgradevole come di terra, di muffa o di erba. La reazione della carne all'idrossido di potassio è sub-nulla (giallo pallido).
Specie rinvenibile dall'estate all'autunno inoltrato, soprattutto in ambiente mediterraneo, predilige i boschi di latifoglie (prevalentemente leccete e sugherete).
Probabilmente commestibile, se ne sconsiglia comunque il consumo.

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