L’albedo (dal latino albedo = bianchezza) è una grandezza
fisica che indica la quantità di radiazione incidente che viene
riflessa; questo valore dipende
dal
tipo di superficie su cui impatta e dalla lunghezza d’onda della
radiazione. Il potere riflettente di una superficie è riferita in genere
alla capacità di assorbimento/riflessione della luce nella lunghezza
d’onda del visibile e si misura con un albedometro.
I valori dell’albedo oscillano tra un massimo di 1, che indica la totale
riflessione di radiazione (superficie perfettamente bianca) ed un minimo
di 0 (superficie nera). La Terra ha un'albedo media di 0,38 o
equivalentemente del 38%.
L'albedo degli oceani è molto bassa (circa 0,035); molto alto è quello
della neve fresca (0,9). Relativamente alta è anche quella delle
superfici desertiche (intorno al valore di 0,25). Piuttosto bassi sono i
valori dell’albedo delle foreste (possono essere anche inferiore a 0,1).
L’albedo influenza la temperatura della superficie terrestre. Le
superfici con albedo maggiore tendono a riscaldarsi di meno rispetto a
quelle che hanno bassi valori di riflettività, per questo motivo
d’estate si avverte di meno la calura se si indossano abbigliamenti
bianchi.
La relazione tra albedo e temperatura è, comunque, più evidente nella
fascia inter-tropicale dove è più intensa la radiazione solare.
Il tessuto urbano modifica sensibilmente l’albedo del suolo. Di norma le
città a latitudini settentrionali assorbono notevoli quantità di luce
solare, mentre ai tropici hanno valori di albedo piuttosto bassi.
Logicamente questi valori subiscono notevoli oscillazioni in rapporto ai
materiali utilizzati nell’edilizia.
Il satellite “Terra” della NASA raccoglie misurazioni
dell’albedo sulle terre emerse del nostro Pianeta. Le aree di colore
rosso (nell’immagine in alto) rappresentano le regioni più brillanti,
con maggiore riflettività. Le aree bianche indicano aree in cui non sono
disponibili dati relativi all’albedo. Questa immagine è stata prodotta
utilizzando dati compositi su un periodo di 16 giorni, dal 7 al 22
aprile 2002. FONTE:
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=2599
È di fondamentale importanza tenere sotto controllo l’albedo terrestre,
perché un suo cambiamento è in grado di alterare
il
clima.
Quando l'albedo del Pianeta diminuisce, una minore quantità di
radiazione solare viene riflessa verso lo spazio, producendo così un
aumento della temperatura globale. Al contrario, un incremento
dell’albedo produce un raffreddamento della Terra. Una riduzione di
appena l’1% dell’albedo terrestre ha un effetto sul bilancio radiativo
di 3.4 Wm-2, equivalente al riscaldamento prodotto dal raddoppio della
concentrazione dell’anidride carbonica.
Il riscaldamento globale (global warming) determina una
continua contrazione nell’estensione dei ghiacci artici; di conseguenza,
l’albedo tende a diminuire producendo un riscaldamento dell’Artico.
Inoltre, il particolato depositato sul ghiaccio può aiutare a
scioglierlo più rapidamente diminuendo l'albedo. La temperatura media
del Polo Nord in luglio è stimata a circa -1 °C e si pensa che senza una
calotta di ghiaccio salirebbe a circa +6 °C.
Le nuvole sono un'altra sorgente di albedo; esse giocano un ruolo
importante nei modelli di riscaldamento globale.
Le immagini a destra mostrano l'albedo della Terra in assenza di nubi (Clear
Sky Albedo) e quello reale (Total Sky Albedo), con le
caratteristiche aree molto nuvolose (quindi con elevata riflettività)
sugli oceani in prossimità dell'equatore (nubi convettive della fascia
di convergenza intertropicale).
Il global warming, favorendo l’evaporazione degli oceani,
dovrebbe produrre un incremento della copertura nuvolosa, rallentando
così il processo di riscaldamento del nostro pianeta. Molti climatologi,
però, ritengono che in un mondo più caldo vengano favorite le formazioni
nuvolose a forte sviluppo verticale (cumuli imponenti e nubi
temporalesche); di conseguenza non si dovrebbero registrare incrementi
nell’estensione della copertura nuvolosa.
Notevoli variazioni dell’albedo possono manifestarsi anche in tempi
molto brevi, quando si verifica un’abbondante nevicata. Se il cielo è
sereno l’elevata riflettività della neve fresca ostacola notevolmente il
riscaldamento del suolo e dell’aria durante il giorno. La notte
successiva, in assenza di vento, si possono così registrare temperature
molto basse.
Quando la neve comincia a sciogliersi, la conseguente riduzione
dell’albedo determina un’accelerazione nella velocità di scioglimento
della neve residua.