La densità dell’atmosfera è strettamente correlata al suo volume ed alla
sua massa: d = m / v
Se aumenta la pressione atmosferica a temperatura costante, aumenterà la
densità dell’aria (la massa aumenterà). Se diminuisce la pressione
atmosferica a
temperatura
costante, diminuirà
la densità dell’aria (la massa diminuirà).
A parità di valori della pressione, saranno, invece, le oscillazioni nei
valori della temperatura a modificare la densità dell’aria.
Quando la densità dipende solo dalla pressione l’atmosfera si definisce
barotropica.
In un sistema barotropico, le linee di altezza del
geopotenziale (isoipse), sono parallele alle isoterme.
Un sistema è baroclino quando le isoipse creano
un'angolazione con le isoterme (nell'immagine in alto:
isoterme che intersecano le isoipse in una carta a
850hPa). In questo caso la temperatura influisce direttamente sul
sistema, al contrario di un sistema puramente barotropico. Quindi, in
un’atmosfera baroclina la densità dipende sia dalla temperatura
che dalla pressione.
Sintetizzando: definiamo un sistema come barotropico quando la
densità dell’aria viene influenzata direttamente dalla pressione, come
baroclino quando è influenzata anche dalla temperatura.
Le latitudini medie ed alte sono in prevalenza barocline.
L'instabilità baroclina è un'instabilità fluidodinamica
rilevante per i fluidi stratificati in rotazione. Alle medie ed alte
latitudini essa rappresenta il meccanismo dominante cha dà vita ai
cicloni ed agli anticicloni.
Nelle configurazioni depressionarie barotropiche l'asse che
unisce il minimo in quota al minimo al suolo è verticale. In quelle
barocline tale asse è obliquo; spesso queste configurazioni sono
associate a notevole shear del vento.
Nei cicloni baroclini delle nostre latitudini temperate le aree
perturbate, vale a dire quelle porzioni di atmosfera interessate da
correnti ascensionali, si organizzano, in linea di massima, nella
tipiche strutture frontali individuate dalla scuola meteorologica
norvegese all’inizio del XX secolo.
In realtà l’instabilità baroclina può alimentare moti ascensionali
ogniqualvolta si manifestino condizioni favorevoli: convergenza nei
bassi strati atmosferici e divergenza delle correnti in quota.
Soprattutto le formazioni temporalesche, specialmente se molto potenti,
possono “sfuggire” al modello frontale della scuola norvegese.
Le condizioni favorevoli allo sviluppo di grandi temporali, spesso
organizzati in squall line pre-frontali, si manifestano quando
l’aria che affluisce nelle depressioni barocline è carica di
energia potenziale. Di norma l’aria calda ed umida (spesso associata ad
una warm conveyor belt) alimenta temporali frontali, in modo
particolare nei fronti freddi; ma la baroclinicità nei cicloni
extratropicali si manifesta già prima dell’arrivo del fronte freddo e
può promuovere la formazione di ammassi temporaleschi pre-frontali se
all’instabilità baroclina si aggiunge quella potenziale legata alla
presenza di aria calda molto ricca di vapore.
L’innesco dei temporali pre-frontali in un ambiente potenzialmente
favorevole al loro sviluppo può avvenire per cause diverse:
- fuoriuscita di correnti fredde (outflow), alle quote più
basse, dai temporali associati ai fronti freddi;
- sviluppo di depressioni termiche sulle terre emerse soggette ad
intensa insolazione nella tarda primavera e nella stagione estiva;
- spinte ascensionali indotte dalle montagne;
- sviluppo di dryline che si originano al confine fra aria
molto secca discesa in medio-alta troposfera ed aria umida preesistente
nelle quote medio-basse.
La presenza di intensi shear del vento nelle depressioni
barocline può favorire l’organizzazione di sistemi temporaleschi
molto intensi e, talvolta, quasi stazionari.
La fascia intertropicale, invece, è prevalentemente barotropica.
In realtà non esistono sistemi assolutamente barotropici; il termine
barotropico è quindi usato in senso relativo. Un tipico sistema
barotropico è il ciclone tropicale.
Anche i vortici ciclonici delle medie latitudini, prodotti da processi
di cut-off (cut-off lows), spesso associati a scarso
shear del vento, possono essere considerati barotropici, in
modo particolare quando, sviluppandosi al disopra di un mare piuttosto
caldo, danno luogo ad intesa attività convettiva. Talvolta nell’Oceano
Atlantico e, più raramente, nel Mediterraneo possono generare tempeste “simil-tropicali”
(chiamate TLC nel Mediterraneo). Si può quindi affermare che, in
circostanze particolari, una perturbazione baroclina può trasformarsi in
una tempesta barotropica.
Più frequentemente si manifesta il fenomeno opposto: quando una
depressione barotropica (p.es. un uragano) raggiunge le latitudini
temperate tende a diventare baroclina (tempesta extra-tropicale).