Si sollevano improvvisamente dal suolo turbinii di polvere e di foglie,
le porte e le finestre cominciano a sbattere, i rami degli alberi a
piegarsi, in alcuni casi anche a spezzarsi; si rovesciano i cassonetti
dell'immondizia e i motorini... cadono vasi dalle finestre. Si odono
tuoni sempre più fragorosi.
Il giorno dopo sono molti i giornali sui quali campeggiano
titoli come: "Tromba d'aria sulla città!" In realtà, molto spesso, non
si tratta di “tromba d'aria”, ma di raffiche di vento, un fenomeno molto
più frequente e meno violento, ma che può comunque arrecare seri danni.
Le raffiche di vento improvvise ed intense sono spesso organizzate in
"linee dei groppi" (gust front), tipicamente associate a fronti
freddi molto veloci provenienti, di norma, da nord o da nord-ovest.
Localmente le raffiche della "linea dei groppi" possono intensificarsi
per l'intrusione, all'interno delle raffiche principali, di
micro-raffiche (microburst) in uscita da rovesci temporaleschi
associati alle classiche nubi prodotte dal fronte freddo: i Cumulonembi
(Cb).
Queste microburst possono essere generate anche da temporali
isolati in assenza di "linee dei groppi" frontali.
Il fronte freddo (cosiddetto perché l'aria che sopraggiunge è più fredda
di quella preesistente) scalza rapidamente l'aria calda dal suolo,
sollevandola bruscamente verso l'alto. Si generano così delle forti
correnti ascensionali (con velocità anche di 15 m/s nei temporali di
maggiore intensità) alimentate dall’ingresso di aria calda ed umida (inflow)
nel temporale davanti alla “linea dei groppi”. All'interno della nube
temporalesca, il corpo ascendente (updraft) raggiunge quote
molto elevate (alla nostra latitudine può superare i 12 km di altezza).
Da questa imponente nube colonnare, carica di gocce d’acqua e ghiaccio,
si sviluppano violenti rovesci che raffreddano l’aria (precipitazione
più fredda dell’aria circostante + raffreddamento per evaporazione al
disotto della base
dei Cb) producendo un “corpo discendente” (downdraft),
alimentato anche dalla forza di trascinamento verso il basso esercitata
dalle gocce d’acqua in caduta.
Le correnti fredde del downdraft scendono sempre più
velocemente (con velocità anche superiori ai 100 km/h). Il fortissimo
impatto delle correnti con il suolo è simile ad uno scoppio, per questo
si parla in tal caso di downburst. Le downburst,
colpito il suolo, vengono letteralmente “sparate” verso l’esterno (outflow)
aprendosi a ventaglio. Inoltre, ogni downburst può incorporare
varie burst le quali, a loro volta, possono essere formate da
molteplici microburst. Si parla di microburst quando
le correnti interessano, per un tempo inferiore ai 5-7 minuti, un’area
con un diametro di 4-5 km al massimo; di macroburst quando
l’area interessata è superiore ai 5 km di diametro ed i venti intensi vi
perdurano per oltre 5-7 minuti.
Queste correnti molto forti, appena uscite dal temporale che le ha
prodotte (outflow), costituiscono un fronte compatto (gust
front) a scala locale e, specialmente quando vengono generate
all’interno di una “linea dei groppi” frontale, possono dare luogo a
raffiche di vento con velocità superiori ai 150 km/h. Ne conseguono così
danni materiali paragonabili, talvolta, a quelli prodotti da un
“tornado” di debole-moderata intensità.
La gust front si propaga soprattutto nella direzione di
spostamento del temporale (per una decina di km circa) e, cosa
assolutamente peculiare del fenomeno, ne precede l'arrivo di 5-15
minuti.
I venti delle gust front hanno un movimento in linea retta che
le differenzia oltremodo dalle “trombe d’aria”. Quest’ultime tendono a
generarsi in maniera più decisa nelle supercelle temporalesche
(strutture molto complesse e causa di fenomeni piuttosto intensi) ed in
particolar modo nelle nubi accessorie dei Cb, le wall cloud
(“nubi a muraglia”).
I tornado (le italiane “trombe d’aria”) hanno una forma a cono molto
allargata nell'estremità superiore e molto allungata verso il basso;
inoltre la forma ad imbuto della nube nella quale si sprigiona è
inconfondibile: pertanto un tornado, se c’è, si vede (perlomeno di
giorno) e lascia segni inconfondibili.
Mentre le raffiche generate dalle downburst avanzano in modo
rettilineo, i venti dei tornado si muovono in modo circolare; così i
danni prodotti da quest’ultimi seguiranno più o meno una forma
circolare. Una delle caratteristiche dei danni da tornado è infatti
quella di sollevare dal suolo gli oggetti che i tornado trovano lungo il
loro cammino, come alberi, edifici, animali, persone, automobili e
addirittura camion. Tutto questo, sia per la maggiore potenza del
fenomeno, sia per l’effetto aspirante (risucchio verso l’alto). Inoltre,
i tornado, dopo aver sollevano gli oggetti, li sparpagliano tutt’intorno
in modo assolutamente caotico. Le raffiche temporalesche, invece,
lanciano tutti gli oggetti e spezzano tutti gli alberi, nella stessa
direzione.