Ogni giorno sulla Terra si manifestano mediamente 4 milioni di scariche
elettriche atmosferiche. Nonostante si tratti di un fenomeno frequente e
studiato dagli scienziati da diversi anni, non si conosce ancora
approfonditamente come si formi il fulmine, in modo particolare come si
sviluppi la carica elettrica all’interno dei cumulonembi (Cb), le
gigantesche nubi temporalesche.
Secondo la teoria più accreditata, le particelle (in modo particolare
quelle ghiacciate) all’interno dei Cb si caricherebbero urtandosi; le
correnti ascensionali poi, allontanerebbero, con il concorso della forza
di gravità, quelle con carica positiva da quelle con carica di segno
opposto. In questo modo, all’interno dei cumulonembi, si creerebbero
aree elettricamente cariche.
L’aria normalmente non conduce corrente elettrica, funge quindi da
isolate; come tutti gli isolanti può far passare improvvisamente
corrente elettrica soltanto quando si raggiunge una intensità critica
del campo elettrico (“campo di scarica distruptiva”).
I campi elettrici che vengono a formarsi nei Cumulonembi sono veramente
enormi: possono raggiungere i 200.000 volt per metro, ma non sono
comunque sufficienti per rompere il dielettrico, cioè l’aria, facendo
scoccare così la grossa scintilla che chiamiamo “fulmine”. Inoltre il
campo non è sufficiente a creare scariche molto lunghe e ramificate come
quelle che si osservano nei temporali.
In una scintilla fatta scoccare tra corpi elettricamente carichi, gli
elettroni hanno energie poco elevate e danno luogo all’emissione di
radiazioni elettromagnetiche fino alla lunghezza d’onda della luce o, al
massimo, dell’ultravioletto.
È
stato dimostrato che le grosse “scintille” che chiamiamo fulmini,
invece, sono associate ad emissione di raggi X e gamma; inoltre,
queste radiazioni cominciano ad essere prodotte un attimo prima della
comparsa del fulmine, durante il movimento della “scarica guida”,
invisibile, dalla nube al suolo.
Se la “scarica distruptiva" non può essere innescata dal campo elettrico
dei Cumulonembi, come possono formarsi i fulmini? Inoltre: perché si
generano le scariche guida… e perché queste si propagano a scatti?
Una recente teoria (“modello a valanga relativistica di elettroni
rapidi”) ipotizza che le scariche guida vengano innescate da impatti di
raggi cosmici. Gli atomi dell’alta atmosfera, bombardati dai raggi
cosmici, producono uno sciame di particelle di alta energia, tra cui
elettroni veloci che colpiscono le molecole dell’aria espellendo
elettroni, ma questi vengono frenati dalle molecole dell’aria.
Secondo questa teoria, gli elettroni veloci generati dai raggi cosmici
si comporterebbero come "elettroni seme". All'interno delle nubi
temporalesche i nuovi elettroni generati dalla collisione tra "elettroni
seme" e molecole dell'aria, invece di decelerare, verrebbero accelerati
sotto l’azione del campo elettrico dei Cumulonembi convertendosi in
nuovi "elettroni seme" in un processo a valanga che innescherebbe così
la “scarica distruptiva" con emissione di raggi gamma. Lo sciame di
elettroni di alta energia, accrescendosi esponenzialmente, genererebbe
una "scarica guida" entro la quale si accumulerebbero localmente in
corrispondenza di un "fronte di valanga di elettroni", generando un
intenso campo localizzato che accelererebbe le particelle a velocità
relativistiche. Queste particelle di alta energia colpendo le molecole
dell’aria produrrebbero raggi X (radiazione di Bremsstrahlung)
accumulandosi di nuovo in un passo successivo (“scarica guida a passi”),
avvicinandosi sempre di più alla superficie terrestre.
La "scarica guida" (o “scarica pilota”) è un canale ionizzato di forma
irregolare (spesso ramificato). Nella maggior parte dei casi si sviluppa
tra la porzione della nube dotata di carica negativa ed il suolo che si
carica positivamente per induzione. La sua propagazione avviene con
scatti ad intervalli di 10-12 microsecondi. La velocità di propagazione
durante questi scatti è dell'ordine dei 10.000 Km/sec. Quando questa
scarica si avvicina al suolo incontra, a circa 50 m d'altezza, un canale
di aria fortemente ionizzata prodotto dalle cariche elettriche
concentratesi, per induzione, sulla superficie del suolo (in modo
particolare su corpi appuntiti: cime dei monti, alberi, campanili,
antenne, tralicci, ecc.); a questo punto un vigoroso flusso di cariche
positive sale verso la nuvola (“scarica di ritorno”) utilizzando il
canale ionizzato dalla "scarica guida" ed il fulmine diventa visibile.
Le scariche di ritorno possono durare tra qualche decina ed alcune
centinaia di microsecondi e liberano una enorme quantità di energia. La
corrente del fulmine riscalda l’aria fino a 30.000 °C generando un
plasma ionizzato che emette radiazione nel visibile e
nell’ultravioletto. Inoltre, il rapidissimo surriscaldamento dell’aria
genera un’onda d’urto esplosiva: il tuono. Se un fulmine cade ad una
distanza molto breve si avverte un tipico crepitio un attimo prima del
tuono: si tratta di “bang” prodotti dall’espansione dell’aria a velocità
supersoniche.
Soltanto il 10% dei fulmini sono positivi; quelli che si sviluppano tra
la porzione superiore dei temporali (tipicamente carica positivamente)
ed il suolo sono i più intensi (con valori di corrente di oltre 200 KA)
e non ramificati verso il basso, fortunatamente sono piuttosto rari.
Molti fulmini si manifestano all’interno delle nubi e, talvolta, tra
nubi diverse (scariche aeree).
Esiste una rara tipologia di fulmini che non dovrebbero essere innescati
dalla discesa di “scariche guida”. Si tratta dei “fulmini ascendenti”
che, partendo da strutture molto alte, s’irradiano verso le nubi.
Sembra, comunque, che in questo caso le scariche guida riescano ad
innescare il fulmine da grande distanza.
Si potrebbe quindi ipotizzare che i “fulmini ascendenti” utilizzino
canali ionizzati (generati da strutture quali grattacieli, tralicci,
pale eoliche, ripetitori) molto lunghi e ramificati che intercettano
delle "scariche guida" quando queste non sono ancora uscite dalla base
delle nubi.