Il raffreddamento
dell'aria
determina un aumento dell'umidità relativa. Raggiunta la saturazione
(U.R. = 100 %), un ulteriore abbassamento
della temperatura innesca
fenomeni di condensazione, vale a dire il passaggio dell'acqua dallo
stato di vapore a quello liquido, oppure di sublimazione (passaggio
dallo stato di vapore a quello solido). Dal momento in cui iniziano a
manifestarsi i fenomeni di condensazione, ad ogni ulteriore
raffreddamento dell'aria corrisponde la condensazione (o sublimazione)
di una quantità sempre più grande di vapore acqueo.
Soltanto una quantità irrilevante di fenomeni di condensazione o
sublimazione avviene al suolo o sulle piante (rugiada - brina); la quasi
totalità del vapore passa allo stato liquido o solido all'interno
dell'atmosfera, formando le NUBI.
Nell'aria il vapore condensa su particelle perlopiù microscopiche che
fungono così da NUCLEI DI CONDENSAZIONE consentendo alle molecole di
acqua di aggregarsi facilmente, così come avviene sul suolo nella
formazione della rugiada. Ci sono diversi tipi di nuclei; alcuni sono
più efficienti di altri perché hanno una maggiore affinità con le
molecole di H2O, esistono addirittura delle sostanze che possono
generare goccioline anche se l'umidità è inferiore al 100%.
In
modo
particolare le micro-particelle di acido solforico, acido nitroso, ecc.,
presenti nelle atmosfere inquinate, possono dare luogo a foschie
o
nebbie anche con aria non completamente satura di vapore.
Generano nuclei di condensazione i fulmini, i vulcani, il vento quando
solleva polveri (soprattutto quelle dei grandi deserti), le piante
(specialmente quando producono pollini), i batteri, i funghi (spore), le
meteoriti, i raggi cosmici (ionizzando gli atomi che compongono
l'atmosfera), gli oceani, le combustioni (incendi di foreste, motori a
scoppio, inceneritori, centrali termoelettriche, ecc). Se l'atmosfera è
povera di nuclei di condensazione, il vapore ha difficoltà a condensare
e l'aria può diventare soprassatura; si possono così raggiungere valori
di umidità relativa fino al 102%.
I nuclei di condensazione vengono classificati in tre gruppi in base
alle dimensioni:
- i nuclei di Aitken. Sono i più piccoli, con diametri inferiori a 0,4
micron e presenti in concentrazioni comprese tra 1.000 e 5.000 per cm3;
- i grandi nuclei. Hanno diametri compresi tra 0,4 e 1 micron e presenti
in concentrazioni di alcune centinaia per cm3;
- i nuclei giganti. Sono i più grandi, con diametri da 1 a 10 micron e
presenti in concentrazioni comprese tra 0,1 e 1 per cm3.
Il mare
è
la principale fonte di nuclei salini giganti. Quando cresce la velocità
del vento, cresce anche il moto ondoso e la quantità di goccioline
proiettate nell'atmosfera. Nuclei salini giganti possono essere
trasportati dai venti sui continenti, ma è sugli oceani che si
raggiungono le concentrazioni più elevate.
Le particelle di sale marino hanno grande affinità per l'acqua (perché
contengono cloruro di magnesio) e fungono molto bene da nuclei di
condensazione. I microcristalli di sale si sciolgono nelle goccioline
appena formate e questa soluzione salina attira altro vapore crescendo
ulteriormente.
Le nubi sono formate da una miriade di piccole gocce d'acqua di forma
sferica o da minuti cristalli di ghiaccio. La maggior parte delle
goccioline ha diametri compresi tra i 10 e i 20 micron; le più grandi
raggiungono i 100 micron. Quelle con diametri superiori tendono a cadere
facilmente; più sono grandi, più facilmente e velocemente cadono ma,
molto spesso, soltanto quelle con diametri superiori a 1.000 micron non
evaporano una volta uscite dalle nubi e danno luogo a precipitazioni che
raggiungono il suolo.
Una corretta e attenta osservazione delle formazioni nuvolose consente
di ricavare utili informazioni sull'evoluzione del tempo su scala
locale, in modo particolare se abbinata ad osservazioni strumentali,
all'analisi delle carte meteorologiche e delle immagini satellitari. È
necessario, però, saper distinguere
i vari tipi di nubi.
Le nuvole, secondo l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, sono
classificate suddividendole in quattro grandi categorie. Le prime tre a
seconda della quota alla quale si presentano:
- NUBI ALTE, oltre i 6.000 m: Cirri (Ci), Cirrostrati (Cs), Cirrocumuli
(Cc). Sono formate da minuti cristalli di ghiaccio, sono quasi sempre
semi-trasparenti e di norma non danno luogo a precipitazioni.
- NUBI BASSE, al disotto dei 2.500 m circa, a seconda della latitudine
(3.000 m nelle zone tropicali, 2.000 in quelle artiche): Nebbie, Strati
(St), Stratocumuli (Sc). Sono formate generalmente da goccioline e
possono dare luogo a precipitazioni perlopiù poco intense.
- NUBI MEDIE, a livelli intermedi tra quelle basse e quelle alte:
Altocumuli (Ac), Altostrati (As). Sono formate da goccioline o cristalli
di ghiaccio, talvolta sono semi-trasparenti. Possono generare
precipitazioni in genere di debole intensità.
Alla quarta categoria appartengono le nubi a spiccato SVILUPPO
VERTICALE: Cumuli (Cu), Nembostrati (Ns), Cumulonembi (Cb). Si tratta di
nubi compatte, formate da goccioline e da cristalli di ghiaccio nelle
porzioni più elevate. Generano precipitazioni, talvolta abbondanti,
fatta eccezione per i cumuli poco sviluppati. I Cumulonembi sono nubi
temporalesche; danno quindi luogo a scariche elettriche atmosferiche e
talvolta a fenomeni violenti (grandinate, raffiche di vento, rovesci
intensi, trombe d'aria).
ATLANTE DELLE NUBI