L’MCS (Mesoscale Convective System) è una grande formazione
temporalesca a mesoscala formata da un aggregato di celle temporalesche.
Di norma è più eccentrico (spesso quasi lineare) quando la sua genesi è
frontale, in tal caso è alimentato dal continuo ricambio tra vecchie
celle temporalesche e nuove celle in rapido sviluppo presso una linea di
discontinuità frontale.
Le strutture meno eccentriche si sviluppano spesso in una massa d’aria
potenzialmente instabile, per esempio, quando l’aria è relativamente
fredda in quota (di norma presso una saccatura nella media-alta
troposfera) e molto umida e calda nella bassa troposfera. Sui mari,
sugli oceani e sui grandi laghi sono più frequenti nelle ore notturne e
del primo mattino, quando le terre emerse sono più fredde. Sulle pianure
ed ancor più sui rilievi, quando il suolo viene riscaldato da intenso
irraggiamento solare, in modo particolare nella tarda primavera e
durante l’estate. I moti ascensionali, responsabili della genesi dei
temporali, e la successiva aggregazione dei cluster temporaleschi, sono
promossi dalla convergenza di masse d’aria calda e molto umida nella
bassa atmosfera e dalla divergenza delle correnti in quota. La
convergenza nella bassa atmosfera può essere indotta da moti d’aria
diretti verso rilievi montuosi, da sistemi frontali, da perturbazioni
tropicali, da vecchie raffiche di deflusso temporalesco (outflow),
da depressioni termiche, da fronti di brezza di mare.
MCS (spesso ovali, o quasi circolari) si sviluppano frequentemente nelle
aree tropicali specialmente nei pressi dell’equatore (nella fascia di
convergenza inter-tropicale) o all’interno delle grandi perturbazioni
monsoniche. Sui continenti il loro sviluppo è spesso innescato dal
riscaldamento del suolo nelle ore centrali del giorno, per aggregazione
(merger) di celle temporalesche tropicali termo-convettive e
può essere, talvolta, promosso dall’avanzare dei fronti di brezza di
mare.
Sugli oceani tropicali, specialmente in prossimità dell’equatore,
possono essere generati dall’aggregazione delle celle temporalesche che
si sviluppano in un’area depressionaria, sede di moti convergenti nella
bassa atmosfera. Sul Lago Vittoria (immagine in alto: MCS sul Lago
Vittoria, 27 dicembre 2012.
Fonte: Terra/MODIS, Eart Observing System Data and Information Systel,
della NASA) si formano nelle ore
notturne e all’alba, quando la superficie lacustre, più calda delle
terre circostanti, genera una depressione termica. Ad una certa distanza
dall’equatore possono svilupparsi, sugli oceani più caldi, nelle
invest, perturbazioni tropicali associate ad un’ondulazione nel
flusso degli alisei; le invest, a loro volta, possono
degenerare in cicloni tropicali per aggregazione di cluster di MCS.
Quando un MCS diventa molto esteso, oppure quando si fondono diversi
MCS, possono svilupparsi sistemi temporaleschi molto grandi e vigorosi
di forma prevalentemente ovale, denominati Mesoscale Convective
Complex (MCC). La porzione superiore di questo cluster di celle
temporalesche, con una temperatura inferiore o uguale a -32 °C, ha
un’estensione superiore ai 100.000 km². L’area del “top” della nube, con
temperatura uguale o inferiore a -52 °C si estende per oltre 50.000 km².
Tali dimensioni persistono per almeno 6 ore. Quando raggiunge la massima
estensione, la sua eccentricità (asse minore/asse maggiore) è compresa
tra 1 e 0,7. Queste gigantesche formazioni temporalesche, responsabili
di grandi eventi alluvionali su superfici molto vaste, sono più comuni
in Cina, negli Stati Uniti e nella fascia intertropicale.
Le depressioni indotte dagli MCC che si formano lontano dall’equatore,
possono generare una circolazione ciclonica (MVCs: Mesoscale
Vorticity Centers) che può innescare lo sviluppo di nuove
formazioni temporalesche, prolungando così le ondate di maltempo. Sugli
oceani, il minore attrito della superficie marina rende più vigorosa la
circolazione ciclonica, favorendo lo sviluppo di tempeste tropicali che
possono degenerare in cicloni (denominati localmente “uragani” o
“tifoni”).
Nell'immagine in basso, MCC esteso dalla Sardegna al Mar Tirreno,
responsabile del nubifragio che colpì Cagliari il 9 ottobre 2002 (Fonte:
Terra/MODIS, Eart Observing System Data and Information Systel, della
NASA).