Molto spesso i temporali autorigeneranti sono "stazionari" perché
"ancorati"
a sistemi frontali quasi stazionari.
L'ammasso temporalesco autorigenerante che si è sviluppato tra l'Umbria
occidentale e le province toscane confinanti il 13 agosto 2008 era
legato ad una debole discontinuità frontale quasi stazionaria che
favoriva il sollevamento dell'aria sempre nella stessa posizione.
In queste formazioni temporalesche il corpo discendente (downdraft)
generato dai rovesci, alimenta un flusso di aria fredda al disopra del
suolo, in uscita dal temporale.
La corrente fredda che si allontana dal Cb entra in confluenza con le
correnti umide meridionali (provenienti in questo caso dal Mar Tirreno),
che soffiano alle quote più basse, surriscaldate dal suolo
particolarmente caldo nelle ore pomeridiane.
L'aria calda ed umida ascende gradualmente lungo una linea (flanking
line) di nubi cumuliformi che crescono rapidamente (nel giro
di 15-20 minuti) trasformandosi prima in cumuli congesti (Cu con), poi
in giovani cumulonembi (Cb) formando così il corpo ascendente (updraft)
del temporale.
Le correnti in quota
sospingono
verso levante (di norma verso NE) i cumulonembi che, raggiunta
la
maturità, generano intensi rovesci associati a forti correnti
discendenti (downdraft).
I cumulonembi ormai invecchiati vengono sospinti ulteriormente in avanti
mentre si vanno gradualmente dissolvendo.
Parte dell'aria fredda in uscita dal temporale migra verso meridione (di
norma verso SW) generando giovani updraft, ma questi, subito
sospinti verso settentrione (in genere verso NE) dalle correnti
meridionali della bassa atmosfera, vanno a fondersi con l'ammasso
temporalesco, alimentandolo di nuovo.
Il temporale del 3 agosto 2008 era "immerso" in una fascia ricca di
vapore (acqua precipitabile superiore ai 30 mm) e con elevata energia
potenziale (CAPE = 250-1500 J/Kg),
estesa dal Mediterraneo occidentale
all'Adriatico centro-settentrionale.
In
prossimità della tropopausa era presente una debole saccatura sulla
Corsica, in moto verso il Centro Italia, "agganciata" ad un moderato
massimo del getto sub-tropicale in risalita dall'Algeria.
I temporali pomeridiani, favoriti dal riscaldamento del suolo,
specialmente nelle località montuose, si sviluppavano principalmente
lungo una debole fascia frontale, rimasta quasi stazionaria per alcune
ore sull'Italia centrale.
Alcune celle temporalesche comparivano improvvisamente nell'interno
della Toscana e nell'Umbria
centro-settentrionale.
Queste formazioni
temporalesche venivano spinte verso levante dalle
correnti occidentali in quota, quindi si dissolvevano.
Più ad est, la massa d'aria calda ed instabile proveniente dalla
Penisola, sospinta dai venti occidentali, entrava in conflitto
(convergenza al suolo) con le fresche brezze di mare delle coste
adriatiche, generando altri cumulonembi nelle località costiere
marchigiane ed abruzzesi.
Con l'approssimarsi della sera, venendo meno il contrasto termico tra
terre emerse e superficie marina, andavano progressivamente attenuandosi
i temporali presenti lungo le coste adriatiche.
Nelle zone interne, invece, alle quote più basse, i freddi outflow
generati dai rovesci, continuavano a scontrarsi con le correnti calde ed
umide sud-occidentali alimentando un'attività temporalesca tardiva
soprattutto tra Senese e Perugino.
Il Cb della fotografia in alto a sinistra, posizionato poco a sud-ovest
del Lago Trasimeno, compare negli ultimi fotogrammi dell'animazione
Meteosat.
La residua attività convettiva serale era ancorata ai rilievi reatini.
In modo particolare il Monte Terminillo generava temporali orografici a
causa dell'introduzione di una componente di moto ascensionale nel
flusso occidentale diretto verso la montagna.
Il
sollevamento
dell'aria umida ed instabile, forzato
dall'orografia, determinava la
formazione di nubi a spiccato sviluppo verticale e la conseguente
liberazione di calore latente di condensazione.
Questo fenomeno induceva un'accelerazione dei moti ascensionali e la
strutturazione di imponenti formazioni nuvolose (cumuli congesti e
cumulonembi).
Poco prima del completo rasserenamento serale, una residua nuvolosità
persisteva ancora sui Monti Reatini, favorita dallo stau
indotto dalle montagne, in modo particolare dal Terminillo.
Le nubi torreggianti, ormai isolate e sottili, erano visibilmente
contorte da fenomeni di shear indotti dalle correnti
occidentali che soffiavano con velocità e direzioni variabili alle varie
quote troposferiche.