Può
raggiungere
i 20 m d'altezza, ha una chioma arrotondata ed un tronco tortuoso, con
una corteccia
brunastra
fessurata in placche rettangolari.
Le estremità dei rami sono piegate prima verso il basso, poi verso
l'alto.
Ha foglie opposte e piccole (larghe 5-8 cm), a lamina espansa e margine
intero ondulato, a 5 lobi (quelli basali sono più piccoli); quando sono
molto giovani sono rosacee, poi diventano verde scuro.
Prima di cadere, all'inizio dell'autunno, assumono una bella colorazione
giallo ambra.
I fiori dell'acero campestre possono essere unisessuali o ermafroditi;
compaiono in aprile-maggio contemporaneamente all'emissione delle
foglie. Sono piccoli, di colore giallo verde e formano infiorescenze
erette.
Il calice ed il peduncolo dei fiori sono pubescenti.
Le ali dei frutti, che sono disamare (frutti secchi indeiscenti con
pericarpo espanso in un'ala membranosa) sono disposte quasi in linea
retta e sono sfumate di rosa prima della maturazione.
È un acero molto comune in gran parte dell'Italia (raro soltanto nelle
estreme regioni meridionali) soprattutto nei boschi misti di latifoglia
in zone collinari e ai piedi delle montagne.
Nel passato era usato come pianta da giardino, come tutore della vite
("vite maritata") e le sue foglie erano utilizzate come foraggio; per
questo motivo sono presenti grandi esemplari di acero campestre nei
pressi di antiche case rurali. Veniva anche impiegato per realizzare
delle siepi.
Il legno di questo albero è utilizzato per produrre violini.
Il decotto della corteccia è usato come rinfrescante intestinale e negli
eritemi della pelle.