È una felce delicata
e
molto elegante, alta 10-40 cm, dotata di un rizoma strisciante nerastro.
Il termine generico greco adiantum (non bagnato) è riferito al
fatto che l'acqua scivola sulle sue fronde.
Le fronde del "capelvenere", lunghe fino a 60 cm, sono persistenti in
inverno; hanno un picciolo nero, lungo fino a 25 cm, coperto da squame
alla base, ed una lamina ovato-oblunga 2-4 volte pennata.
I segmenti, verde vivo, romboidi o a ventaglio, ristretti alla base,
sono cuneato-asimmetrici, con incisioni irregolari sul margine distale.
Il segmento terminale ha un picciolo sottilissimo.
Le spore sono prodotte da sori posti sulla pagina inferiore dei
segmenti, presso il
margine,
che è ripiegato a ricoprirli.
La sporificazione avviene da luglio a settembre.
Il suo habitat è rappresentato dalle rocce calcaree ombrose, umide,
spesso stillicidiose; non ama i raggi diretti del sole.
Anticamente era utilizzata per curare le malattie delle vie
respiratorie, come analgesico e vermifugo. È stata anche usata come
sostitutivo del tè.
Secondo un'antica credenza popolare, trovare questa felce intorno al
pozzo è presagio di fortuna.
Il "capelvenere" è leggermente tossico.