Il tronco
bianco-argenteo
e i rami penduli fanno della betulla bianca uno degli alberi più
eleganti e facili
da
riconoscere. Nonostante il suo aspetto delicato, è uno degli alberi più
resistenti al mondo.
Può raggiungere i 30 m di altezza; il tronco, un diametro di 70 cm.
Ha una chioma molto leggera, ovoide, con rami sottili, flessibili,
ascendenti e rametti secondari penduli.
La corteccia della Betula pendula è liscia, inizialmente rosea,
poi bianco argentea per la presenza di grani di betulina localizzati
nella parte più esterna, ed è ornata da lunghe lenticelle orizzontali.
Le foglie, di colore verde chiaro e glabre, sono alterne, sottili,
semplici, romboidali, a punta lunga e doppiamente dentate. Diventano
gialle in autunno prima di cadere.
Gli amenti maschili giallastri, lunghi 3-6 cm (occasionalmente fino a 10
cm), sono sessili e penduli, con brattee brune.
Quelli femminili, di colore verde chiaro e stigmi rosso cupo, sono più
corti (1-2 cm), peduncolati, laterali, sottili, prima eretti e patenti,
poi penduli; rimangono sull'albero fino all'inverno sotto forma di coni
pendenti,
frammentandosi
poi in squame e piccoli acheni ovoidi muniti di due alette che ne
facilitano la dispersione.
Forma boschi su terreni leggeri ed asciutti; talora è sporadica, oppure
cresce in piccoli gruppi nei boschi radi montani.
Pianta pioniera e consolidatrice nei suoli denudati è in grado di
produrre polloni radicali. Esige molta luce.
È comune sulle Alpi fino ai limiti della vegetazione arborea, rara sugli
Appennini.
Il legno di questa Betulla, bianco giallognolo ed omogeneo,
viene adoperato per lavori di tornio e per la produzione della
cellulosa. È un ottimo combustibile.
Le foglie e la corteccia hanno proprietà tintorie.
Dalla corteccia si estrae un olio che viene utilizzato in conce speciali
del cuoio e come medicinale.
La linfa zuccherina che si estrae praticando dei fori nel tronco, fatta
fermentare dà un liquido alcolico chiamato "birra di betulla"; lasciata
condensare prende la consistenza ed il sapore della manna.