Calendula arvensis, simile
alla ben più grande e coltivata Calendula officinalis, è una
pianta alta fino a 50 cm, odorosa, erbacea annuale o bienne, da
scendente a prostrata, con fusto lanuginoso, di norma ramificato; ha
aspetto ragnateloso da giovane.
Ha foglie alterne sessili (le superiori sono guainanti),
oblungo-lanceolate, un po' ondulate, a margine intero o sparsamente
dentellato, di colore verde chiaro.
Produce, da novembre a maggio (a volte anche tutto l'anno), numerosi
fiori, da arancioni a giallo dorati, larghi 1-2 cm, in capolini
terminali, ricurvi verso il basso dopo la fioritura.
I fiori hanno un disco tubuloso, ligule tridentate all'apice (lunghe
poco più del doppio delle brattee involucrali) e brattee involucrali
campanulate su due ordini con margine sottile e scarioso.
Il frutto è un achenio polimorfo, perlopiù a ferro di cavallo.
È presente in tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Valle
d'Aosta e del Trentino Alto Adige.
Cresce generalmente negli incolti ed al margine delle strade,
prevalentemente su suoli calcarei, fino a 700 m.
La Calendula è una pianta commestibile ed officinale.
Le foglie tenere possono essere utilizzate nelle insalate miste. I
petali danno colore a risotti e minestre. I boccioli si possono
conservare sott'aceto come i capperi.