Questa Cardamine può essere confusa con C. heptaphylla
(Vill.) O.E. Schulz, che ha foglie
pennate e non palmato-composte.
È una pianta erbacea perenne geofita
rizomatosa; durante la stagione avversa non presenta organi aerei e
le gemme si sviluppano in un fusto sotterraneo (fusto ipogeo =
rizoma) grosso e nodoso, con scaglie triangolari, spesso fino a 6
mm e ad andamento orizzontale, dal quale, ogni anno, si dipartono nuove radici ed
un nuovo fusto aereo (fusto epigeo), eretto, nudo, alto fno a
40 cm.
Le foglie di questa pianta, esclusivamente cauline, sono
raccolte in un unico pseudo-verticillo formato da tre foglie palmato-composte, irregolarmente
seghettate sul bordo, ognuna divisa in 3 segmenti ellittico-lanceolati
(quello centrale lungo fino a 5 cm), per un totale di 9 segmenti (da cui
l'epiteto specifico: enneaphyllos = a nove foglie).
Nella seconda metà della primavera ed all'inizio dell'estate, dal centro
dello pseudo-verticillo fogliare si sviluppa un racemo corimboso (in
genere pendulo) composto da alcuni fiori (portati da un peduncolo lungo
circa 15 mm), con
corolla bianca o giallo chiaro, lunga fino a 2 cm, a 4 petali separati (corolla
dialipetala). Anche i sepali che compongono il calice sono 4 (fiore
tetramero) ed hanno forma saccata.
Il frutto di questa Cardamine è un siliqua eretta,
piuttosto stretta, lunga fino a 6 cm, a due valve piane disposte
longitudinalmente.
Presente nel Centro Italia, in Lombardia, nell'Emilia-Romagna, nel
Triveneto ed in Campania, vive nelle faggete (talvolta anche in altri
boschi di latifoglie), dalle quote collinari fino a 1.600 m s.l.m.
È una pianta commestibile.