Ecballium elaterium
("cocomero asinino") è una pianta erbacea perenne, alta fino a 80 cm,
tuberosa, cespugliosa,
un
po' carnosa, con robusti fusti prostrati irti di peli rigidi e senza
cirri.
Le spesse foglie, ispide e pelose, del "cocomero asinino", lungamente
picciolate, cordate o triangolari, lunghe fino a 10 cm, sono
prevalentemente ondulate - denticolate e di colore verde grigio.
I fiori, giallicci, con venature verdognole, profondamente 5-partiti,
compaiono dalla tarda primavera all'inizio dell'autunno all'ascella
delle foglie.
Quelli maschili sono riuniti in racemi, quelli femminili sono solitari e
peduncolati; entrambi si trovano sulla stessa pianta.
I frutti penduli, a forma di cetriolo, verdi, ruvidamente pelosi, lunghi
circa 5 cm, amari esternamente, sono dotati di un peduncolo ripiegato ad
uncino, di conseguenza l'attaccatura del frutto è rivolta verso l'alto.
Hanno un curioso meccanismo di disseminazione: a maturità, la
marcescenza dei tessuti sviluppa dei gas che determinano un aumento
della pressione interna. È sufficiente sfiorarli perché essi si
stacchino dai loro peduncoli e scaglino alla velocità di 10 metri al
secondo, ad una distanza anche di oltre 12 m, il loro contenuto
costituito dai semi e da un liquido mucillaginoso, tossico e fortemente
irritante per la pelle ed ancora di più per gli occhi; il getto è
accompagnato da un odore disgustoso. Il frutto svuotato schizza in
direzione opposta per il contraccolpo.
Presente in quasi tutte le regioni italiane (ad eccezione della Valle
d'Aosta, della Lombardia e del Trentino Alto Adige), questa pianta è
diffusa soprattutto presso ruderi, in terreni incolti e in zone
semiaride dell'areale mediterraneo.
La polpa del frutto dell'Ecballium elaterium è impiegata in
veterinaria per il suo drastico effetto purgante.
Nell'antichità Teofrasto ne consigliava l'uso per combattere la scabbia
delle pecore.