Il "guado" (Isatis tinctoria) è una pianta erbacea biennale; nel suo primo anno di vita forma una rosetta di foglie, nel secondo anno
sviluppa lo stelo fiorale.
Alta fino a 120 cm, è glauca, con fusto eretto, trigono, robusto,
munito di peli patenti sparsi e ramificazioni erette corimbose nella
metà superiore.
Le foglie di questa pianta sono cerose e sparsamente pelose.
Le basali sono picciolate, oblungo-lanceolate
ed acute; le caulie, più piccole (sopratutto
quelle
superiori), sono sessili ed astate-lanceolate, con orecchiette
amplessicauli allungate ed acute.
Da maggio a luglio sviluppa infiorescenze in densi racemi corimbosi costituiti da una ventina di steli di color blu porpora
che portano fiori pedicellati, di cui solo alcuni giungono a maturazione.
I fiori hanno:
una corolla gialla a 4 petali obovati, lunghi
circa 3,5 mm;
sepali gialli, eretto-patenti, lunghi circa 2,5 mm.
I frutti neri (a maturità) di questa Isatis sono siliquette pendule, appianato-alate,
piuttosto compresse ai margini, lunghe circa 4 volte la larghezza; non
si aprono a maturità (indeiscenti).
Contengono un solo seme, brunastro, liscio ed oblungo.
Specie di origine asiatica, introdotta in Europa probabilmente già nel
neolitico, è presente in tutte le regioni italiane.
Vive negli incolti, in zone ruderali, su suoli calpestati o sabbiosi,
fino a 2100 m s.l.m.
Dal "guado" si estrae un colorante blu, l'indaco (nome derivato dal
paese d'origine: l'India), utilizzato già nella preistoria.
Questa pianta, officinale e commestibile (ma poco digeribile per gli
umani), è un ottimo foraggio per il bestiame, può essere usata come
fertilizzante ed è anche un'ottima specie mellifera.
Le infiorescenze sono utilizzate (quando i fiori sono ancora in boccio),
lessate o in frittata, soprattutto in Sicilia, dove vengono chiamate
"taddi" o "giummi".