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Myrtus communis    L.    -    Famiglia delle Myrtaceae

Tipico costituente della macchia mediterranea, il "mirto" (chiamato anche "mortella") è un arbusto sempreverde, alto fino a 5 m, dal profumo aromatico e resinoso, molto famoso fin dai tempi più antichi perché considerato sacro a Venere e simbolo di gloria e di amore felice.
È molto ramificato sin dalla base, con chioma densa, rami opposti e ramuli angolosi.
Il fusto, lignificato, ha una corteccia liscia, prima rossastra, poi grigia, a frattura longitudinale che si sfalda in strisce negli esemplari adulti.

Ha foglie coriacee, di colore verde cupo, acuminato-lanceolate, a margine intero, con nervatura mediana infossata, sessili o brevemente picciolate, opposte o in verticilli, talvolta in gruppi di tre e lunghe 1-5 cm.
Stropicciate emettono un intenso, caratteristico, profumo dovuto alla presenza di mirtenolo.

I fiori, bianchi (talvolta rosa chiaro) e profumati, sempre solitari all'ascella delle foglie, portati da un lungo peduncolo e provvisti di numerosi stami più lunghi dei petali, hanno un diametro di circa 3 cm, un calice a 5 sepali liberi e acuti, 5 petali obovati e peloso-ghiandolosi al margine, ovario infero suddiviso in 2-3 logge, terminante con uno stilo semplice confuso fra gli stami ed un piccolo stimma.
Sbocciano all'inizio dell'estate, talvolta anche tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno.

I frutti sono bacche subglobose o ellissoidi, glabre, nero bluastre a maturazione (all'inizio dell'inverno), pruinose, coronate dai rudimenti del calice e grosse circa un centimetro.

I semi, reniformi, sono di colore grigiastro.

È presente, in Italia, in località a clima spiccatamente mediterraneo, sui litorali, sulle dune, nelle garighe e macchie fino a 500 m.

Per il suo elevato contenuto di oli essenziali, il "mirto" viene utilizzato per curare le malattie dell'apparato respiratorio.
Da foglie, fiori e corteccia viene distillata l'"acqua angelica", utilizzata in profumeria.
Foglie e bacche di Myrtus communis sono utilizzate in cucina soprattutto per insaporire gli arrosti, per aromatizzare olive e carni insaccate ("mortadella", infatti, deriva da "mortella").
Le bacche sono utilizzate, soprattutto in Sardegna, per produrre liquori.

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