Ostrya carpinifolia ("carpino nero")
è
un albero deciduo di medie dimensioni (alto fino a 18 m),
con
robusto apparato radicale, chioma compatta sub-conica, tronco dritto con
diametro massimo di 80 cm e rami giovani leggermente pelosi.
Le foglie, alterne, vellutate da giovani sulla pagina inferiore,
brevemente picciolate, ovato-lanceolate appuntite, con base quasi
cordata e margine bidentato, hanno 11-17 paia di nervature.
Le gemme sono di forma ovale e di colore verde chiaro.
Questa pianta monoica fiorisce in primavera.
Ha fiori maschili riuniti in amenti cilindrici penduli, lunghi fino a 12
cm a pieno sviluppo, che cominciano a svilupparsi dal tardo autunno, con
stami molto corti pelosi e di colore marrone collocati in squame
concave.
I fiori femminili disposti, al termine dei rami più giovani, in amenti
terminali più brevi (lunghi 3-5 cm) e densi, inizialmente eretti, poi
penduli, sono strobiliformi, con ovario bicarpellare dotato di due
stili.
Le infruttescenze coniche
e
biancastre del Carpino nero (simili a quelle del luppolo), lunghe fino a
2 cm,
sono formate da un insieme di piccoli acheni lisci (lunghi 4-5 mm)
avvolti da brattee ovate pelose.
Il legno rosso bruno di questo albero, è duro ed a fibra corta. La
corteccia, brunastra (rossastra e liscia negli esemplari giovani),
ornata di lenticelle biancastre trasversali, si separa in lunghe
scaglie.
Pianta frugale, resistente alla siccità ed agli incendi; molto
adattabile ai diversi tipi di suolo, Ostrya carpinifolia è
presente in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione della Valle
d'Aosta. È diffusa, nell'areale mediterraneo, nei boschi misti decidui
spesso in associazione con la Roverella (Quercus pubescens) e
l'Orniello (Fraxinus ornus), talvolta anche con il leccio (Quercus
ilex) nei boschi più caldi; nella fascia montana, fino a 1300 m
s.l.m., vive in associazione con il faggio (Fagus sylvatica),
nel Triveneto sono anche presenti boschi misti di Ostrya
carpinifolia, Fraxinus ornus, Pinus nigra e
Pinus sylvestris.
È impiegato principalmente, governato a ceduo, per la produzione di
legna da ardere e di carbonella.
In passato le sue foglie venivano utilizzate per alimentare gli animali
erbivori d'allevamento.
È una pianta officinale.