È un albero assai
noto
nel Nord Europa per i suoi dorati amenti maschili che vengono utilizzati
a scopo ornamentale.
Pianta pioniera molto rustica, colonizza rapidamente i terreni spogli;
quando si rinviene all'interno dei boschi è spesso indice della presenza
di un'antica attività umana (stalle, fienili).
Il "salicone" è un piccolo albero spogliante, molto ramificato, alto
generalmente fino a 6 m, ma può anche raggiungere i 15 m.
l legno di questo salice è molto tenero; l'alburno è bianco giallastro,
il durame è marrone. La corteccia, liscia e grigio verdastra da giovane,
tende col tempo a fessurarsi un po', soprattutto in basso, in placche
romboidali.
Ha foglie alterne, lunghe 5-8 cm, con picciolo lungo 1-2 cm, ovali,
brevemente acuminate, con margine generalmente un po' dentellato; la
pagina superiore è grigio verde e leggermente rugosa, quella inferiore
biancastra, vellutata lanuginosa.
Le gemme, di norma, si aprono subito dopo la fioritura; sono dotate di
una sola perula ad apice ricurvo e di colore bruno rossastro.
Come tutte le Salicaceae, S. caprea è specie dioica.
Gli amenti si sviluppano tra la fine dell'inverno e l'inizio della
primavera; quelli maschili grigi, poi gialli, sono ovoidali, molto
densi, eretti e provvisti di due stami per ogni fiore. I lunghi amenti
femminili, bianco verdastri,
dapprima eretti, poi riflessi, hanno fiori con pistillo e ovario verde a
forma di piccola ampolla.
I fiori femminili fecondati si sviluppano in piccole capsule allungate,
grigio verdognole, che liberano a maturità minuscoli semi provvisti di
pappo piumoso bianco.
È presente in tutte le regioni italiane, con l'eccezione della Sardegna,
fino a 1600 m, in località interne, prevalentemente montane, lungo i
corsi d'acqua, ai margini dei boschi, nelle radure, nei cespuglieti.
La corteccia del "salicone", come quella di altri salici, fornisce
tannino e salicina, da cui si estrae l'acido salicilico.
Dai rami giovani si ricavano vimini che vengono utilizzati per
confezionare ceste o come legacci.