È
un'Amanita elegante ed al tempo stesso molto pericolosa per i
fungaioli inesperti, sia perché velenosa mortale, sia perché ampiamente
diffusa in tutti i boschi europei.
Viene confusa soprattutto allo "stato
di uovo" (primordio ancora avvolto nel velo generale) con Amanita caesarea
("ovolo buono"), talvolta anche con piccole "vesce" (Lycoperdon).
Nei rari casi in cui si presenta di colore bianco (Amanita phalloides fo. alba) e perde la volva
viene scambiata con piccoli Agaricus ("prataioli").
Il cappello dell'A.
phalloides, con un diametro che può
raggiungere i 15 cm, è emisferico all'esordio, quasi pianeggiante a
pieno sviluppo; sulla sua superficie possono essere presenti dei lembi di velo generale bianchi.
È dotato di una cuticola asportabile, finemente decorata da fibrille
radiali innate,
sericea con tempo secco, di colore
prevalentemente verde oliva più chiaro alla periferia, a volte giallo
verdognolo o giallo bruno, raramente bianco.
Il gambo biancastro, screziato da delicate zebrature giallo chiaro o
verde chiaro, lungo fino a 17 cm e bulboso alla base, è inizialmente
pieno, poi quasi cavo. È munito di un anello membranoso, pendulo, spesso
lacerato e da
un'ampia volva inguainante a lembi liberi, bianca, talvolta con riflessi
verdognoli.
Le lamelle di questa Amanita sono fitte, libere al
gambo, ventricose, morbide e cedevoli, bianche, talora con riflessi
verdognoli.
Ha una carne bianca, tenera nel cappello, fibrosa nel gambo, con odore poco
gradevole nell'adulto, cadaverico nel fungo molto maturo.
Ubiquitario ed abbondante nei boschi, cresce dall'estate all'autunno.
È un fungo velenoso mortale.